02/04/2022 –

Verdi contro Verdi. E la campagna elettorale rischia di spostarsi nelle aule del tribunale. Europa Verde, che giovedì aveva annunciato il sostegno al sindaco Sergio Giordani, ieri ha diffidato l’associazione Verdi per l’Italia, che ieri hanno annunciato una corsa in solitaria con probabile candidato sindaco Domenico Minasola.

LA DIFFIDA DI EUROPA VERDE

«Il nome Verdi è una denominazione protetta, trattandosi di un segno distintivo che identifica la storia e cultura politica del movimento nato nel 1986— si legge sulla diffida—È un nome registrato anche presso la commissione di controllo dei partiti e movimenti politici. C’è da aggiungere poi che l’utilizzo del nome Verdi nel simbolo, in un momento in cui le tematiche ambientaliste Hanno ripreso un enorme vigore, avrebbe come esito evidente quello di generare grande confusione nell’elettore. Questa è una violazione concreta con una piena lesione del diritto al nome e all’identità e per questo diffida l’associazione a non utilizzare questo nome e a modificarlo» chiude la diffida, firmata dal tesoriere e rappresentante legale, Francesco Maria Alemanni.

LA REPLICA DEI VERDI PER L’ITALIA

Pronta la risposta dei Verdi per l’Italia: «Qualcuno qui vuole metterci il bavaglio —replica Domenico Menorello — Anche perché l’ultima cosa al mondo che vorremmo è quella di essere confusi con questi signori, che a tutto pensano tranne che allo sviluppo sostenibile della nostra città. Noi siamo un’associazione culturale e non un partito, quindi la loro diffida è quanto meno grottesca, ma aldilà di questa deriva autoritaria, non credano di essere gli unici depositari dei temi ambientali. Mi auguro che l’attuale sindaco, sostenuto da questa gente, si faccia sentire per garantire la pluralità di voci». Sulla scheda elettorale però il nome Verdi non ci sarà: «Ovvio che non lo metteremo», ammette Arcoraci. La grana rimane. Anche perché ora Minasola dovrà inventarsi un altro slogan prima di lanciare la candidatura, dopo aver cercato nell’ultimo anno di connotarsi attorno a quello attuale: «A me ora interessa Padova e il suo futuro. Perché noi abbiamo un sogno, ed è quello di far diventare la nostra città capitale verde d’Europa — sostiene Minasola — Purtroppo le amministrazioni che si sono succedute negli ultimi anni non hanno avuto questa sensibilità».

UN ASSESSORATO ALLA MUSICA

Sensibilità che, stando al sondaggio on line realizzato proprio dai Verdi per l’Italia sulle necessità di Padova, vede al primo posto il riconoscimento di “città della musica” («Realizzeremo un assessorato alla musica in caso di vittoria», è quindi l’impegno). Poi è sentita la mobilità sostenibile e al terzo posto proprio le tematiche ambientali e le politiche sul verde. «Dobbiamo rimettere al centro della campagna elettorale gli abitanti di questa città. Nessuno ne tiene conto — sottolineano al riguardo— Basta spese folli e inutili». Dunque con un nuovo nome Verdi per l’Italia correrà al primo turno ed esclude un sostegno a priori per l’eventuale ballottaggio. I punti principali del programma: Padova a misura d’uomo, abitabile, città dell’innovazione, della cultura, della ricerca scientifica e riempimento dei vuoti urbani.

Fonte: Il Mattino di Padova del 02/04/2022 – di Luca Preziusi